giovedì 6 ottobre 2011

Test per le allergie

Test per le allergie: quali funzionano?


Starnuti, naso che cola o che sanguina, pruriti: sono alcuni dei campanelli d'allarme della presenza di un'allergia. Solo un test può confermare il dubbio, ma non tutte le soluzioni attualmente a disposizione funzionano davvero.

Le sostanze che possono scatenare un'allergia sono diverse, ma hanno tutte un punto in comune: rendono quasi impossibile la vita di chi è allergico.
Per correre ai ripari è innanzitutto necessario stanare il nemico e sottoporsi a un test che identifichi con certezza l'allergene.
Le analisi che è possibile effettuare sono molteplici, ma non sono tutte ugualmente efficaci. Anzi, in alcuni casi possono addirittura far danni: una diagnosi errata può, per esempio, portare all'inutile eliminazione dalla dieta di alcuni cibi importanti per un'alimentazione variata che consenta di mantenersi in salute.
Lo stesso vale per le intolleranze alimentari. In questo caso spesso l'inganno deriva dallo scopo per cui ci si è sottoposti al test. Si pensi al caso delle allergie ai lieviti, spesso diagnosticate soltanto per trovare una soluzione ai problemi di sovrappeso.

I test “tradizionali”

Sono principalmente due i tipi di test cui si può essere sottoposti quando ci si rivolge a un allergologo: i test cutanei e gli esami del sangue.
Entrambe queste tipologie di esame sono affidabili. Si tratta, inoltre, degli unici test la cui efficacia è scientificamente provata.
I test cutanei si dividono essenzialmente in due tipologie.
Nei test percutanei piccole quantità dei potenziali allergeni vengono strofinate sulla pelle o fatte penetrare nella cute praticando delle piccole escoriazioni.
Nei test intracutanei, invece, il sospetto allergene viene iniettato sotto la pelle.
Si attende, poi, l'eventuale comparsa di arrossamenti e rigonfiamenti della pelle, sintomo della reale esistenza di un'allergia. Fanno parte di queste categorie prick test e pacth test.
Gli elementi che, nel sangue, rivelano l'esistenza di un'allergia sono, invece, le immunoglobuline E (IgE) - anticorpi presenti ad alti livelli solo se il sistema immunitario sta reagendo alla presenza dell'allergene, rilevabili attraverso il test radioallergoassorbente (RAST) - e l'aumento di una classe particolare di globuli bianchi, gli eosinofili.
Inoltre è possibile analizzare mediante elettroforesi sierica la quantità di anticorpi presenti nel sangue.

I test specifici per le allergie a farmaci e alimenti

Quando l'intenzione è quella di verificare un'allergia a farmaci o alimenti possono venire in aiuto i cosiddetti test di eliminazione o di provocazione, in cui la sostanza sospetta viene rispettivamente sospesa oppure introdotta nella terapia farmacologica o nella dieta.
Quello che viene poi osservato è se si verifica una riduzione o un peggioramento dei sintomi.

I nuovi test

Esistono anche altre possibilità per verificare l'esistenza di un'allergia, diverse dai test cutanei e dal dosaggio delle immunoglobuline, ma, sebbene abbiano ricevuto l'autorizzazione alla messa in commercio, la loro efficacia non è mai stata dimostrata scientificamente.
Per questo motivo molti medici sconsigliano di ricorrere al loro utilizzo.
Tra i più diffusi ci sono il leuco test, il test di Bryan (detto anche citotossico), l'elettroagopuntura, il biostrength test, il test Dria, il Vega test, l'analisi del capello, l'Alcatest, i test kinesiologici, il pulse test e i test iridologici.
Molte di queste soluzioni sono utilizzate per diagnosticare le intolleranze alimentari. Ma gli esperti avvertono: il rischio di una diagnosi sbagliata è dietro l'angolo. E potrebbe arrivare a danneggiare la salute.



Silvia Soligon



Associazione Centro Studi delle Intolleranze Alimentari e della Nutrizione

Il raggiungimento del benessere non può prescindere da una corretta attività fisica abbinata ad una corretta alimentazione.
Già Ippocrate di Coo nel quarto secolo A.C. scriveva “Se fossimo in grado di fornire a ciascuno la giusta dose di nutrimento ed esercizio fisico, né in difetto né in eccesso, avremmo trovato la strada per la salute”.
Oggi più che mai questo è vero.
Come destreggiarsi in questa selva di prodotti più o meno “specifici”, di che cosa ha realmente bisogno un atleta, che composizione corporea deve avere un atleta?

Il Metodo A.C.S.I.A.N.

L’ A.C.S.I.A.N. propone un approccio caratteristico alla problematica nutrizionale basato fondamentalmente sulla valutazione della composizione corporea e sulla determinazione delle intolleranze alimentari.
L’effettuazione di entrambe questi test è una condizione imprescindibile per potersi definire un nutrizionista A.C.S.I.A.N. ed assicura il raggiungimento dei risultati ottimali.

Stima della composizione corporea (bioimpedenziometria)
La metodica bioimpedenziometrica è tra le più affidabili per la stima della composizione corporea e fornisce un modello del nostro corpo indicando tre compartimenti: Massa Grassa, Massa cellulare, Massa extracellulare.
Grazie alla sua rapidità, ripetibilità e non invasività è un test estremamente indicato per monitorare le modificazioni nella composizione corporea.
 
 
Valutazione delle intolleranze alimentari (test Citotossico)
Il test citotossico si basa sull’analisi della reazione che hanno i leucociti quando vengono posti a contatto con gli estratti degli alimenti nei confronti dei quali si vuole stabilire l’intolleranza.
L’analisi è effettuata direttamente sulle cellule leucocitarie mediante un microscopio ottico e viene stabilito il grado di reattività mediante l’osservazione dello stato del leucocita.
Sulla base dei risultati ottenuti viene elaborata una dieta personalizzata che tenga in considerazione sia le intolleranze che la composizione corporea e viene concordata una dieta da seguire per ottenere il risultato desiderato, nel caso siano rilevate intolleranze si procede all’ esclusione degli alimenti a cui si è intolleranti.
A scadenze temporali definite vengono effettuati dei controlli delle variazioni della composizione corporea indotte dalla dieta e, nel caso in cui siano state rilevate delle intolleranze, vengono proposti dei piani di reintroduzione mirati.

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